Sono ufficialmente a casa. Il mio contratto terminerebbe tra due settimane, ma dato che avevo già fissato le ferie l’anno scorso, prima ancora che una piccola lenticchia iniziasse a crescere dentro di me, oggi è stato per me l’ultimo giorno di lavoro.
Mi ero portata avanti nei giorni scorsi: avevo liberato cassetti e armadio, riordinato la scrivania, trasferito tutti i file da pc a server e passato le consegne, per cui questa mattina ho solo inviato le ultime mail e dato l’addio a colleghi e al mio ufficetto. E’ stato strano salutarlo, lasciare quella che per tre anni e mezzo è stata la mia seconda casa. Ogni tanto sentivo gli occhi inumidirsi, quando qualcuno si affacciava alla mia porta, però, nonostante gli ormoni a palla di questo periodo, non ho versato nemmeno una lacrimuccia.
Uscita da lì mi sono regalata un pranzo fuori e una messa in piega, avevo voglia di farmi coccolare. Poi questa sera io e marito festeggeremo, visto che anche per lui è stato l’ultimo giorno di lavoro. E’ anche per lui infatti tempo di grandi cambiamenti, ha accettato l’offerta di un’altra azienda e sta per iniziare una nuova avventura professionale.
Una volta a casa, dopo essermi messa comoda sul divano ad aspettarlo, ho preso il telefono e ho rimosso la “sveglia lavoro”. Sarà una grande soddisfazione non dover più sentire quel suono per un po’. Ed è strano (lo so, sto abusando di questo aggettivo, ma è davvero il migliore per esprimere il mio attuale stato d’animo), perché è la prima volta che mi fermo per un periodo così lungo, potenzialmente infinito. Sin da adolescente non ho mai avuto tanto tempo per me, ho sempre lavorato, prima nelle vacanze estive liceali, poi durante gli studi universitari, e l’impiego che ho appena concluso era iniziato mesi prima della seconda laurea, quindi non c’è mai stato un vero momento di riposo.
Arriva ora, per forza. Ma ne sono contenta, lo sento proprio necessario. Sul mio feed reader proprio oggi leggevo queste parole di Una mamma green:
Della fatica quotidiana di inseguire le ore e moltiplicare i minuti, della corsa disperata e ininterrotta per “fare tutto” senza perdere troppo.
Ecco, per un po’ non dovrò più fare questa fatica. Per un po’, penserò solo a me, a Lui e alla ranocchietta. A Noi.
Ciao! Ti scopro ora, non conosco ancora il tuo vissuto (andrò a leggere!) ma in ogni caso mi congratulo per il coraggio e ti faccio tantissimi auguri! Grazie di cuore per la citazione!
Più che coraggio, per ora è una scelta obbligata, spero però di affrontarla al meglio… grazie per gli auguri!
Sto aspettando anch’io questo momento con ansia: sto lavorando nello stesso posto, incessantemente e con poche pause da sette anni filati, e di sicuro questa lunga pausa “forzata” sarà strana anche per me. Ma credo proprio che sia una fase assolutamente necessaria, da dedicare finalmente solo a noi e alla nostra nuova futura famiglia !!!