– 15: la presa in carico in ospedale e la sala parto

Ieri è stata una giornatina niente male emotivamente parlando…

Partenza alle otto di mattina, con il colloquio al Bufalini assieme alle pancione che si trovano, come me, alla trentasettesima settimana di gravidanza. Da luglio 2013 a Cesena è stata infatti introdotta una nuova procedura per lo “smistamento” e la gestione delle gravidanze, a seconda della classificazione di rischio. Tra la settimana 37 e la 38 le donne vengono chiamate per un colloquio di gruppo, dove il personale le informerà del percorso che seguiranno da quel momento fino al parto: le visite che dovranno eseguire, come dovranno comportarsi quando si avvierà il travaglio, le eventuali procedure per accelerarlo e cenni sulla donazione del sangue cordonale. Al termine del colloquio di gruppo ogni donna viene valutata singolarmente sulla base degli esami effettuati in gravidanza e sui referti del proprio ginecologo (per le donne seguite dal consultorio la procedura è un po’ più veloce, perché vengono già smistate in precedenza in gravidanza a basso o alto rischio e quindi possono saltare il passaggio con il medico), e le vengono rivolte domande a fini statistici (che per ovvi motivi di lucidità non le possono essere fatte al momento del ricovero). Ad ognuna viene compilata la propria cartella, la base da cui partiranno poi le ostetriche.

Se la gravidanza è a basso rischio, la donna riceverà un appuntamento per la settimana seguente, ovvero alla trentottesima di gravidanza, durante il quale verrà visitata. Se il collo dell’utero dovesse essere già morbido e pronto, le verrà proposto lo scollamento delle membrane, una procedura che potrebbe innescare il travaglio entro le successive 48 ore. Se la donna non dovesse essere pronta, o non volesse, o se lo scollamento non dovesse provocare nessun effetto, la futura mamma verrà poi visitata alla settimana 40, poi alla 41, poi alla 41 più 2 giorni e infine, termine ultimo dopo il quale il parto viene indotto, alla 41 più 4 giorni.

Nel caso di gravidanza a rischio la donna viene seguita diversamente. Per l’elenco delle patologie e il percorso ambulatoriale ad alto rischio potete cliccare qui.

Giornata impegnativa dicevo, perché dopo aver trascorso la mattinata in questo modo, nel tardo pomeriggio sono tornata in reparto per visitarlo assieme alle ragazze che stanno frequentando il mio stesso corso preparto.

Le ostetriche ci hanno spiegato nel dettaglio come dovremo comportarci dal momento in cui avvertiremo i prodromi del travaglio (contrazioni o rottura delle membrane). Si accede direttamente al day hospital ostetrico al quinto piano, se fosse notte, essendo l’ingresso del Bufalini chiuso dopo le 22, l’ingresso è al pronto soccorso ma senza dover passare dall’accettazione, si va direttamente in reparto. Raggiunto il day hospital si viene visitate e viene monitorato il battito fetale e l’andamento, se presenti, delle contrazioni. Il personale in servizio deciderà per il ricovero o se è il caso di stare a casa ancora per un po’, perché il parto è ancora lontano.

Abbiamo quindi visitato le sale parto, e un’ ostetrica ci ha mostrato i vari strumenti a disposizione per aiutarci nel travaglio. Devo dire che il nuovo letto è piuttosto incredibile, sembra una sedia da film fantasy, una poltrona da astronave, per quante maniglie e funzioni ha.  Vi saprò dire in quante posizioni lo testerò… Poi un passaggio al “nido”, dove i neonati vengono cambiati e dove è prevista una zona allattamento, per aiutare la neomamma nei primi momenti. Sono state due ore intense, le emozioni mie e delle altre pancione erano visibilissime, i nostri occhi erano specchi limpidi. Il pensiero di tutte, potrei mettere la mano sul fuoco, era “accidenti, allora ci siamo!”.

Io consiglio a tutte le future mamme che non frequenteranno un corso preparto (tutti quelli organizzati a Cesena, sia dall’ospedale, dal consultorio che dalle cliniche private, prevedono una visita al reparto), di non perdere comunque l’opportunità di vedere la sala parto. E’ infatti possibile visitarla chiedendo direttamente alle ostetriche. Sapere già dove dovremo andare, come sono fatte le stanze, aiuta a esorcizzare almeno in parte la paura. Ciò che spaventa di più è infatti il non sapere a cosa si andrà incontro, e se questo non si può conoscere prima per ciò che riguarda l’entità del dolore, almeno si può porre rimedio sul fronte dell’ambiente che ci ospiterà.

Questa tempesta emozionale si è propagata anche alla ranocchietta, ieri non mi ha lasciato tregua, si è mossa tutto il giorno e con intensità. Altro che gli almeno dieci movimenti distinti quotidiani cui dobbiamo prestare attenzione… ieri era proprio in bolgia! Anche adesso mentre penso e scrivo la sento ballare, credo proprio che abbia capito che la sua mamma è ormai pronta. La settimana prossima spero che il mio corpo sia abile per ricevere la manovra di scollamento, e poi vedremo che succede. Il 24 cambia anche la luna, non che io creda molto a queste leggende metropolitane, però le ostetriche sembrano darvi peso, e se è vero che la luna è in grado di spostare le maree, chissà che non possa farlo pure per il liquido amniotico…

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