Di vaccini ne ho parlato in tempi non sospetti (leggi qui il post), quando ancora non era scoppiato il clamore mediatico di queste ultime settimane.
Il mio pensiero era e resta solo uno: i vaccini sono imprescindibili. Non so cosa si provi ad avere un figlio malato o peggio, nemmeno riesco a scrivere cosa sia questo “peggio”. E’ un’ opzione non consentita. So però cosa si prova quando c’è la possibilità che tuo figlio sia malato. Per giorni ho vissuto con lo spettro della tubercolosi, e solo dopo mesi, dopo che il periodo di potenziale incubazione è trascorso, ho finalmente ripreso a respirare.
Ben venga la petizione lanciata dalla mamma cesenate Alice Pignatti, che ho firmato, per chiedere
che i vaccini diventino obbligatori per l’accesso alle strutture scolastiche come avviene in altri paesi per garantire ai nostri figli un futuro migliore.
Oggi è stata approvata in Assemblea legislativa Regione Emilia-Romagna la risoluzione sui vaccini per
promuovere una adeguata campagna di informazione, che raggiunga gli operatori e tutti i nuclei famigliari, sulla necessità delle vaccinazioni e valutare una revisione della Delibera regionale dell’11 novembre 2013 in materia, in particolare per quello che riguarda la modalità di gestione e intervento sull’inadempienza alle vaccinazioni stesse. E in tutti i documenti sanitari nelle Asl dell’Emilia-Romagna si scriva “vaccini raccomandati” e non “vaccini facoltativi”.
Io spero che si possano mettere in atto campagne informative veramente efficaci per debellare l’analfabetismo funzionale* imperante in Italia (siamo quasi al 50%, un dato allucinante), perché, a prescindere dal tema vaccini il cui calo ne è però secondo me un effetto, è questa una vera piaga da combattere. Nel mio piccolo farò sempre ciò che posso per veicolare informazioni corrette e soprattutto cercare di renderle il più comprensibili possibili, tenendo sempre bene a mente che oltre alle classiche cinque W più una (chi-cosa-quando-dove-perché-come) dovrò aggiungerne una settima, without: riportare la dicitura “post senza alcun tornaconto personale”.
*”non è capace di costruire un’analisi che tenga conto anche delle conseguenze indirette, collettive, a lungo termine, lontane per spazio o per tempo”.