Anche se il post arriva in ritardo di qualche giorno causa ferie, saluto la fine del settimo mese di gravidanza. La mia pancia assomiglia sempre di più a un enorme cocomero…
Ora il conto alla rovescia inizia a farsi più serrato, meno di due mesi all’arrivo di Adele. Saremo pronti? E’ questa la domanda che incessante martella nella mia testa.
Benché io abbia tenuto abbastanza sotto controllo gli ormoni in questi mesi, l’emotività inizia a farsi sentire. Non nel senso che di punto in bianco scoppierei a piangere senza motivo, ma nell’amplificazione delle reazioni a quel che mi succede. Così come il battito, anche le sensazioni sono accelerate. E lei lo percepisce, quando sono arrabbiata o nervosa, i suoi piedini e le sue manine spingono con energia, come a volermi dire “ehi mamma, stai calma, ci sono io, non devi agitarti, altrimenti anche io divento triste”.
E lo stesso per i momenti felici, li vivo molto più intensamente. Quelli che preferisco sono gli attimi con Lui e la nostra ranocchietta. A volte rubati in mezzo alla folla, una bacino fugace alla pancia, una carezza; più spesso nel nostro nido. Ci hanno spesso detto che i bimbi, sin dalla gravidanza, sono in grado di riconoscere i suoni. La voce della mamma, una musica ricorrente. E la voce del papà. Inizialmente credevo fosse un caso che Adele si muovesse quando Luca le si rivolgeva direttamente. Poi, dopo conferme su conferme, ho capito che lo può davvero sentire. Non solo si muove, ma vale anche il contrario: se è molto agitata, ascoltarlo la rassicura. Non so se continuerà a calmarla anche dopo la nascita, ma se vale il detto “chi ben comincia è a metà dell’opera” c’è da ben sperare.